Era ora! Dopo 70 anni l’inno di Mameli ha ricevuto la sanzione legislativa dal Parlamento. Plaudiamo come mazziniani al riconoscimento formale del sentimento nazionale che ha fatto di “Fratelli d’Italia” il nostro inno sin dalle lotte risorgimentali, ricordando in particolare la gloriosa epopea della Repubblica romana in cui il giovane poeta ligure fece sacrificio della sua vita. Il nostro pensiero va perciò memore e grato, a tutti i patrioti del primo e secondo Risorgimento che hanno permesso all’Italia di diventare una democrazia ispirandosi alle parole di libertà e fratellanza contenute nel “Canto degli italiani”.
Ricordiamo altresì la nobile figura di irredentista e antifascista di Cipriano Facchinetti che, da ministro della difesa, fece adottare nel dopoguerra l’inno di Mameli seppur a titolo provvisorio.
Ma questo successo, per cui ringraziamo i parlamentari che lo hanno reso possibile, costituisce solo un primo passo. Come la bandiera tricolore, anche l’inno nazionale deve trovare posto nella Costituzione, in quei principi fondamentali di cui rappresenta una così chiara anticipazione in quanto sviluppo delle idee di Giuseppe Mazzini.
Allo stesso modo che alla bandiera tricolore abbiamo convenuto di affiancare quella europea, auspichiamo che l’“Inno alla Gioia” di Beethoven si affianchi all’inno di Mameli a contrassegnare la scelta mazziniana della Giovine Europa che oggi deve portare gli italiani a costruire gli Stati Uniti d’Europa.
Genova,17 novembre 2017