Giuseppe Mazzini, 215 anni.

C O M U N I C A TO

Nel 215esimo anniversario della nascita di Giuseppe Mazzini l’Associazione Mazziniana Italiana ricorda la dimensione europea e universale del patriota genovese, ispirata alla Democrazia Repubblicana, all’Etica del Dovere e all’Educazione.

          Durante il faticoso periodo di quarantena gli Italiani hanno dato prova di responsabilità, dimostrando, ancora una volta, che lo spirito di sacrificio dei cittadini costituisce un tesoro prezioso per il paese, col quale sembra sempre più incapace di confrontarsi una classe dirigente che ha trasferito sui social network e nelle trasmissioni televisive uno scontro politico ormai dettato dalla mera contingenza elettorale.

          Per immaginare il futuro dell’Italia non è sufficiente agitare il pannicello caldo della lotta alla burocrazia, ma affrontare i problemi irrisolti del paese: l’alto debito pubblico; il rapporto tra Stato e Regioni; l’allocazione delle risorse sanitarie tra settore pubblico e privato; una nuova articolazione del rapporto fra proprietà e forza lavoro, utile a combattere anche le crescenti diseguaglianze sociali; il riequilibrio produttivo tra Nord e Sud; l’adeguamento della rete infrastrutturale ed il rafforzamento di Scuola e Università, non realizzabile solo con l’assunzione massiccia di docenti, ma attraverso un complessivo ripensamento del rapporto tra scuola e società.

           Le misure intraprese dall’Unione Europea, su tutte la proposta di costituire un “Recovery Fund” di 750 miliardi di euro, vanno nella giusta direzione, ma nel Consiglio Europeo di luglio dovranno concretizzarsi per arginare la recessione che colpirà soprattutto in autunno. Da sole tuttavia non bastano. Si è reso ormai improcrastinabile lavorare ad un “Cantiere Costituente” europeo che porti alla realizzazione, grazie alla revisione dei Trattati, di un’Unione federale e democratica, capace di esprimere una politica estera, fiscale ed economica comune. 

          Il dibattito sulle questioni finanziarie non deve peraltro distogliere l’attenzione dalla limitazione dei diritti politici e civili cui assistiamo in alcuni paesi dell’Unione. Tra aprile e giugno il Democratic Index Perception ha rilevato che in Polonia ed Ungheria solo il 38% ed il 36% della popolazione ritiene di vivere in un paese democratico. Questo oscurantismo non può essere sempre imputato ad errate politiche redistributive dell’Unione, considerato che l’Ungheria, con 570 euro, è il paese che riceve il maggior contributo procapite di fondi strutturali europei,  

          Solo un’Europa autorevole e cooperante può superare un momento così difficile. Ci stiamo confrontando con un virus pericoloso e ancora sconosciuto. Il sacrificio del medico cinese Li Wenliang, tra i primi a scoprire il Coronavirus, ma costretto dalle autorità sanitarie a sottoscrivere un documento in cui dichiarava «di aver affermato il falso», deve farci riflettere sulla pericolosa intromissione dei governi nell’attività scientifica. 

          Il rispetto per i valori delle opinioni di medici e scienziati è un principio politico fondamentale, che riguarda non solo la libertà di ricerca, ma la protezione della vita dell’umanità intera. Anche il Web e i social network, sovente utilizzati per diffondere teorie complottiste ed antiscientifiche, dimostrano che vivere in un mondo altamente tecnologizzato può rafforzare l’orizzonte culturale comune, ma anche aumentare il rischio per la tenuta della democrazia.

          Come mazziniani, infine, non possiamo che esprimere profonda preoccupazione per quanto accaduto in Umbria, dove la somministrazione della pillola RU486 è stata subordinata ad un ricovero di tre giorni. La storia non si riscrive minando le radici laiche della Repubblica e neppure abbattendo le statue ma, come ci ha insegnato Mazzini, lavorando incessantemente per consegnare un mondo migliore alle generazioni future. 

Genova, 22 giugno 2020

La Direzione Nazionale