XX settembre

I mazziniani italiani dedicano il 146emo anniversario della liberazione di Roma dal potere temporale alla memoria dell’appena scomparso Presidente Ciampi, un luminoso esempio di fervente cattolico che ebbe sempre chiarissima la coscienza della laicità dello Stato e della netta separazione delle sfere di competenza rispetto alla Chiesa.

Formatosi alla scuola del maestro del liberalsocialismo, Guido Calogero, ed ispirato per tutta la vita dalla tensione ideale del mazzinianesimo, Carlo Azeglio Ciampi ha testimoniato, nell’esercizio della più alta magistratura repubblicana, i valori del Risorgimento che non fu mai anticlericale nel senso deteriore della parola, ma pose sul piano storico la necessità di sciogliere l’anacronistico viluppo del trono con l’altare.

La questione resta purtroppo ancora aperta, a causa della persistenza dei Patti Lateranensi che, per quanto rivisti rispetto alla versione clerico-fascista, continuano a rappresentare un vulnus per l’ordinamento repubblicano, surrettiziamente inserito per mero calcolo politico nell’articolo 7 della Costituzione.

L’abrogazione del regime concordatario, relitto del passato medioevale, è quindi una battaglia civile giuridica che le forze politiche e sociali devono riprendere per superare una volta per tutte i condizionamenti spesso insidiosi della gerarchia ecclesiastica che, da ultimo, è giunta addirittura ad impartire lezioni di proceduta parlamentare al Senato impegnato a discutere sulle unioni civili.

Oggi XX settembre, i mazziniani festeggiano la vera festa dell’unificazione nazionale ed invocano la Roma del Popolo di Giuseppe Mazzini quale ideale di progresso e pace universale fra i popoli di tutto il mondo, chiamati a riconoscersi fratelli, deponendo ogni forma di antagonismo di stampo etnico, razziale ovvero religioso.

Genova, XX settembre 2016