Lettera a Sergio Romano

Caro Ambasciatore Romano,

la sua recente presentazione antitetica della concezione della nazione tra Cavour e Mazzini, pur ripresa dalle interpretazioni di uno storico del valore di Roberto Vivarelli, lascia veramente insoddisfatti. Da un lato, Cavour e Mazzini si distinguevano in termini più generali, essendo l’uno un liberal-conservatore, l’altro un democratico-rivoluzionario, il primo sinceramente devoto alle idee costituzionali, ma alieno da qualsiasi apertura sociale, il secondo fervente repubblicano impegnato per l’emancipazione dei lavoratori.

D’altra parte, i due “padri della patria” condividevano, più di quanto loro stessi avrebbero forse ammesso, alcuni aspetti non secondari, come la prospettiva europea, il rigore morale, la passione per la politica come forza di cambiamento. Quanto all’idea di nazione, basta leggere i “Doveri dell’Uomo” per cogliere a chiare lettere come Mazzini la intenda come un ponte verso l’Umanità: la Terza Roma mazziniana non ha nulla a che vedere con il culto del littorio, è un messaggio di pace e di progresso per la fratellanza universale tra i popoli. Avevamo l’impressione che alcune pagine cristalline di Federico Chabod fossero state sufficienti, più di mezzo secolo fa, a fugare gli equivoci strumentalmente propalati al riguardo da Giovanni Gentile.

Ma non basta addossare agli eredi di Mazzini il regime mussoliniano, anche il fallimento della Repubblica deriverebbe da loro! Siamo al colmo del ribaltamento della storia, senza considerare quanto sia ingannevole e fuorviante voler spiegare gli eventi sulla base delle genealogie culturali pregresse e non delle responsabilità politiche contestuali. Se l’Italia non è ancora una comunità di cittadini, è proprio perché Mazzini non è stato abbastanza seguito – anche da chi se ne è proclamato erede, ma soprattutto dai filoni dominanti del cattolicesimo e del marxismo – nel definire l’essenziale rapporto tra individuo e società in termini non meramente materialistici e nel fondare le istituzioni nazionali e sovranazionali sulla partecipazione democratica (invece che sulla cooptazione delle classi dirigenti).

Roma,19.02.13

Mario di Napoli 
Presidente Nazionale  Associazione Mazziniana Italiana

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