No all'intestazione di una scuola a Ferdinando II

La notizia dell’intestazione di una scuola primaria statale a Ferdinando II di Borbone in un comune della provincia di Salerno lascia di stucco chiunque abbia consapevolezza della storia nazionale ed abbia a cuore le responsabilità educative dell’istruzione pubblica. E’ purtroppo l’ennesimo, preoccupante segnale non solo della popolarità di una certa pseudo-storiografia revisionistica che vorrebbe ribaltare il senso progressivo del Risorgimento, ma anche di una più generale confusione delle idee che evidentemente regna sovrana nel Paese.

L’intestazione di una scuola, ovvero di una “palestra della democrazia”, è una cosa seria e delicata perché trasmette immediatamente agli allievi ed alla comunità di cui essi fanno parte un messaggio che deve essere ispiratore dello studio e coerente con i valori civici. E’ un ben triste spettacolo vedere che molte scuole, a seguito della ristrutturazione della rete, abbiano perso le antiche denominazioni e si rassegnino a portare il nome dell’indirizzo della struttura principale! Ma è ancor più triste che a danno dell’insegnamento e dell’apprendimento si compiano gravi strumentalizzazioni e falsificazioni storiche.

E’ infatti arcinoto come Ferdinando II, al di là dei tradimenti compiuti venendo meno alla Costituzione da lui giurata ed alle persecuzioni inflitte ai patrioti, non abbia mai aperto una scuola in vita sua, non curandosi in alcun modo della cultura, ma preferendo di gran lunga lasciarne il monopolio in mano ai preti. Risulta perciò alquanto paradossale che un’istituzione scolastica pubblica porti il nome di chi ha sempre ostacolato la diffusione del sapere, menandone per giunta vanto perché assertore della superiorità dell’ignoranza!

L’incredibile vicenda merita pertanto di essere oggetto di attenzione, per porvi tempestivo rimedio, da parte delle competenti autorità. L’AMI è pronta ad affrontare un pubblico dibattito con chi fosse interessato ad approfondire il caso perché l’opinione pubblica deve essere chiamata a riflettere e non lusingata da localismi velleitari.

Genova, 04 gennaio 2016

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