Pietro Polito, Direttore del Centro Studi Piero Gobetti, ci propone una riflessione sull’Elogio della mitezza di Norberto Bobbio. 

 

 « L’ A. M. I. è un libero sodalizio di cultura, di educazione e di propaganda indipendente da partiti; riafferma l’unità e l’indipendenza della Repubblica Italiana; si propone lo svolgimento e l’attuazione dei principi morali, politici, giuridici, sociali, economici e di emancipazione femminile, della tradizione repubblicana che in Italia ha avuto la sua più alta espressione   in      Giuseppe   Mazzini,   ed il compimento dell’unità federale europea nell’ambito dell’organizzazione internazionale, nella prospettiva di una alleanza universale dei Popoli ».
(Art. 1  dello Statuto dell’Associazione Mazziniana  Italiana – fondata nel 1943)

      

ISRI
Istituto per la Storia
Del Risorgimento Italiano

Comitato di Novara    VCO
AMI
Confederata a
CNDI
Consiglio Nazionale delle Donne Italiane

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In attesa del patrocinio di

Associazione Mazziniana Italiana
O.N.L.U.S.
Sezione di Torino
T.  Grandi  – V.  Parmentola

 Conferenze
ottobre – dicembre  2021

Convitto Nazionale Umberto  I
via Bligny, 1 bis  – Torino
ore 17,30 – 18,30

Ingresso libero
a numero limitato, con green pass e su prenotazione
al  numero: 3515788622

 

In coincidenza con le manifestazioni per il Milite Ignoto di cui ricorrono i cento anni, non possiamo non ricordare la folla che lungo il percorso del vagone che trasportava la salma al Vittoriano a Roma, tributò un omaggio commosso, colmo di pathos, in un silenzio toccante, gettando fiori al convoglio.

Era per la maggior parte la gente di quell’Italia contadina che aveva dato un contributo di sangue immenso tra i 650.000 morti. La conferenza  di Cristina Vernizzi vuole quindi sottolineare i sacrifici straordinari, di ogni genere cui fu sottoposta quella popolazione.

 

Intorno alla metà degli anni ’60, dopo la pubblicazione del “Gattopardo” (1958) e il centenario dell’Unità d’Italia (1961),  due importanti scrittori italiani volgono la loro attenzione al Risorgimento. Scrivono due romanzi che, pur nella loro diversità, sono avvicinabili e comparabili in quanto adottano il genere memorialistico e si ispirano alle vicende di figure reali: il garibaldino Giuseppe Bandi, patriota e scrittore conterraneo di Bianciardi, e il mazziniano Domenico Lopresti, avo della Banti.

Lo storico Aldo G. Salassa ne illustra le caratteristiche.

Pietro Polito, Direttore del Centro Studi Piero Gobetti, ci propone una riflessione sull’Elogio della mitezza di Norberto Bobbio. 

Perché la mitezza? La mitezza è contrasto alla politica come volontà di dominio e fondamento della politica come volontà di giustizia; è contrasto alla presunzione e educazione allo spirito critico; è contrasto alla violenza e orientamento alla nonviolenza; è rinuncia alla rassegnazione. Introduce Cristina Vernizzi.


PROGRAMMA

Martedì 26 ottobre
Cristina Vernizzi, Storica
L’Italia contadina e la Grande Guerra
Martedì 23 novembre
Aldo Salassa, Storico
La battaglia soda di Bianciardi e Noi credevamo della Banti: il Risorgimento in due romanzi “paralleli”

Martedì 14 dicembre
Pietro Polito, Storico delle idee
Le ragioni della mitezza. Rileggendo l’Elogio della mitezza di Norberto Bobbio



SEZIONE INIZIATIVA: Sezione di Torino (TO) Terenzio Grandi e Vittorio Parmentola