Ha concluso la sua vita terrena Bruno Di Porto, professore di storia contemporanea e grande studioso dell’ebraismo italiano, in particolare negli ultimi due secoli. Sopravvissuto bambino alla persecuzione nazifascista, aveva studiato al liceo romano Tasso e si era laureato in Lettere e Filosofia con una tesi sulle minoranze religiose nel Risorgimento. Di Porto ha insegnato all’Università di Pisa fino al pensionamento ed era l’anima della pubblicazione “Hazman Veharaion – Il Tempo e L’Idea” nata trent’anni fa per favorire la conoscenza e il dibattito attorno a temi ebraici. Faceva inoltre parte del comitato scientifico della Rassegna Mensile di Israel.
Numerosi i suoi interessi, tra cui la storia del giornalismo, la storia del movimento democratico e repubblicano e le vicende dell’Italia risorgimentale, affrontati in un numero significativo di saggi e opere che restano l’eredità viva di un intellettuale dalla poliedrica e preziosa produzione. Tra i suoi scritti più recenti il saggio “Il movimento di Riforma nel contesto dell’ebraismo contemporaneo. La presenza in Italia”, pubblicato da Angelo Pontecorboli Editore. “La presenza progressiva è esigua in Italia, ma anche le minoranze meritano di esser conosciute, tanto più essendo parte dell’ebraismo italiano, esso stesso una minoranza”, scriveva Di Porto nella introduzione.
Profondo cordoglio in tutta l’Italia ebraica, che si sta stringendo in queste ore alla moglie Annamaria, ai figli Valerio ed Emanuele, a lungo consigliere parlamentare il primo, attuale segretario della Comunità ebraica romana il secondo, ai nipoti Michael e Noa, a tutti i suoi cari e alla Comunità di Pisa cui era iscritto.
Sia il suo ricordo di benedizione.