Secondo una stima fornita dall’Istituto Superiore di Sanità in Italia ci sono circa 500.000 transgender. Mezzo milione di connazionali ha dunque un’identità di genere, ovvero una percezione di sé, diversa da quella assegnata dalla nascita. La bocciatura del provvedimento priva il paese di uno strumento contro l’omontransfobia e le discriminazioni nei confronti di chi vive la sessualità fuori dai canoni tradizionali. Si tratta di un altro, duro colpo, assestato alla laicità dello Stato. Nel segreto dell’urna, del resto, tutto è concesso, soprattutto su temi delicati come questo. L’esultanza di parte dell’emiciclo alla bocciatura del provvedimento rappresenta l’ultima pagina di una giornata triste, che dimostra ancora una volta l’incapacità della politica di comprendere la complessità dei tempi in cui viviamo in nome del perenne calcolo elettorale e del più bieco (e ipocrita) bigottismo.